Translate

mercoledì 6 aprile 2016

Sei Nazioni, autogoal francese

L'attuale presidente di World Rugby, l'organo di regolamentazione e controllo del rugby mondiale, nonché organizzatore della Coppa del Mondo, ha sparato la sua cazzata: Sei Nazioni con retrocessioni e promozioni. Naturalmente l'ha fatto nell'anno in cui la conclamata crisi della nazionale italiana ci ha relegato all'ultimo posto. L'anno scorso, che ultimi erano gli scozzesi, è stato zittino. Forse perché gli scozzesi hanno due voti nel consiglio, forse perché contano parecchio nelle politiche rugbistiche. Oppure perché in politica siamo tutti uguali: ruffiani, populisti, superficiali. Lapasset - questo è il nome del populista francese - non fa eccezione, e noi ci consoliamo: i ragionamenti a ombrello li fanno anche oltralpe.
Bene ha fatto il presidente Gavazzi a difendere l'attuale organizzazione del Sei Nazioni. L'ha fatto appellandosi a un principio tanto elementare quanto - evidentemente - difficile da comprendere da chi vola troppo alto: se conta solo il merito sportivo, vanno benissimo le promozioni/retrocessioni; se invece si tratta di un torneo a inviti (come la NBA, né più né meno) e i criteri di partecipazione comprendono una definita struttura amministrativa ed economica, un preciso bacino sportivo e televisivo, ingenti investimenti concordati, il criterio sportivo non basta più. Elementare, Lapasset.
Se abbiamo investito decine di milioni per strutturarci al livello richiesto, non ha senso né è sportivo che veniamo buttati fuori a vantaggio di una Romania (per dire) che deve i suoi investimenti nel rugby solo alle regalie della succitata World Rugby (eh sì, stanno dando parecchi soldini alle cosiddette squadre di secondo livello).
Lapasset, che è stato direttore delle Dogane e delle Imposte Indirette, probabilmente è un buon funzionario. Ma come politico è troppo ingenuo: non si allarga il bacino rugbistico mondiale togliendo ma aggiungendo. Se vuoi comprendere nel rugby europeo di primo livello Romania, Russia e Geogia (e magari Spagna e Portogallo tra pochi anni), proponi chiaramente la trasformazione del Sei Nazioni in un vero campionato europeo. E beccati le scarpate sui denti necessarie a portare avanti questa idea (risulta che scozzesi e irlandesi farebbero la fila per suonargliele).

Nessun commento:

Posta un commento